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2022

Bosco della Musica

Progetto di concorso per la realizzazione del Bosco Della Musica

Progettazione Strutture e MEP

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Committente

MIT - Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Tipologia di intervento

Building and Renovation

Destinazione d'uso

SOCIAL HOUSING, HISTORIC BUILDING, UNIVERSITY, CULTURE, INSTITUTIONS

Valore dei Lavori

Confidenziale

Luogo

Milano

Periodo

2022

Concept Design

Ganko Office of Architecture

Numeri

Surfaces:
14 000 Superfice Fondiaria
6000 Superfice coperta

Certificazioni e Obiettivi sostenibilità

Credits

Visuals Courtesy of Ganko

In collaborazione con

AcusticaStudio, fabulism, Faces Engineering

Così come l’attuale sede nello storico ex convento di Santa Maria della Passione, anche il Bosco della Musica sarà simultaneamente un luogo di produzione artistica, un attivo centro di ricerca per studiosi e studenti provenienti da tutto il mondo ed un luogo aperto al pubblico per concerti,
seminari, rassegne ed eventi, anche en plein-air all’interno degli spazi del nuovo parco. Il Bosco della Musica non sarà un semplice edificio ma un vero e proprio frammento di città in equilibrio coi ritmi dell’uomo e della natura per il benessere psicofisico di studenti, docenti, lavoratori, artisti e semplici
visitatori; un moderno Campus dove il sapere e la bellezza coltivati tra le mura di via Conservatorio da più di due secoli saranno deliberatamente resi accessibili e condivisi.
Il Bosco della Musica sarà un luogo totalmente pubblico e non avrà recinzioni. La continuità, la permeabilità e l’equilibrio tra spazi esterni e spazi costruiti sono il cuore del progetto, che enfatizza i collegamenti pedonali con le strade adiacenti, i percorsi del parco e gli accessi alle diverse funzioni del Campus. Ispirato alla tradizione dei Campus universitari di matrice anglosassone, il progetto prevede l’inserimento sull’Ambito 1A di quattro nuovi volumi edilizi ed il recupero della palazzina ex-Chimici. I nuovi volumi si dispongono in sequenza luogo il margine Ovest dell’area, lasciando libera la metà ad Est per lo sviluppo di un generoso parco che si estende per tutta la lunghezza dell’ambito 1A e sull’intero ambito 1B. Un sistema di pensiline
esterne avvolge i nuovi volumi identificando una promenade coperta con puntuali varchi di accesso al parco tra i diversi edifici. La giacitura dei nuovi edifici non segue una logica strettamente ortogonale ma si basa sul principio di variazione e contrasto per articolare il rapporto tra interno ed esterno e amplificare il suggestivo effetto di riflessione delle facciate.
La logica insediativa degli interventi recentemente realizzati a ridosso della stazione di Milano-Rogoredo è di matrice marcatamente insulare. Grandi manufatti, ad uso per lo più privato e direzionale, si collocano al centro dei rispettivi lotti, a debita distanza e senza intrattenere relazioni particolari gli uni con gli altri. Tale logica è in aperto contrasto con quella del nucleo storico del quartiere, caratterizzato da un tessuto edilizio continuo e di
scala ridotta, sporadicamente interrotto da emergenze significative come la chiesa della Sacra Famiglia. Il progetto del Bosco della Musica media tra
il carattere diffuso delle aree di recente sviluppo e quello continuo del centro storico, proponendo una transizione armonica tra la grande scala degli
edifici terziari a ridosso della stazione e quella più minuta della vecchia Rogoredo.
La scelta localizzativa del nuovo Campus del Conservatorio Giuseppe Verdi risponde ad una strategia più ampia con la quale l’Amministrazione punta a rendere Milano una metropoli policentrica sul modello delle altre grandi capitali europee. Nell’ambito delle attuali trasformazioni, alle istituzioni culturali e ai grandi parchi urbani è riservato un ruolo trainante e propulsivo nella rigenerazione di aree sottoutilizzate e in disuso all’interno e ai
margini della città consolidata. Inserendosi nel più vasto progetto di riqualificazione urbana del P.I.I. Montecity-Rogoredo, il progetto ripensa la vocazione pubblica della area ex-Radaelli rendendo il quartiere più verde con l’insediamento di ampie superfici a parco pubblicamente accessibili e
più attrattivo grazie alla creazione di un grande polo culturale attivo ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette. Combinando il restauro attento dell’archeologia industriale presente sul sito con un progetto architettonico e paesaggistico all’avanguardia dal punto di vista delle tecnologie, delle prestazioni nergetiche e degli strumenti di gestione, il Bosco della Musica da forma alla visione del Conservatorio come luogo di partecipazione attiva aperto alla cittadinanza ed alla visione di Rogoredo come uno dei futuri centri della grande Milano.
Il progetto recupera e celebra la memoria industriale del quartiere. La strategia compositiva del Campus - additiva ma non ripetitiva - permette infatti
di assorbire felicemente l’edificio della palazzina Ex-Chimici all’interno di un progetto “corale” - plurale ma al tempo stesso coerente - che permetterà
di valorizzare il rapporto di Rogoredo con il passato, con l’industria della città e con la sua storia.
L´area di progetto si colloca all’interno di un’importante rete ecologica per il quadrante sud-est di Milano, che trova il suo terminale nel Parco Agricolo
Sud. Il nuovo Campus diviene quindi una nuova centralità verde del quartiere di Rogoredo attraverso la definizione di relazioni ecologiche dirette con le
aree limitrofe. Punto di potenziale connessione tra Rogoredo e il quartiere di Santa Giulia, il Bosco della Musica costituisce un ampio spazio pubblico
aperto a tutta la collettività. La massimizzazione delle superfici verdi permeabili e densamente vegetate danno forma un ampio parco dove trovano
collocazione due livelli diversi di specie arboree autoctone: il bosco e il sottobosco. Il primo è composto da una selezione di specie alberate ad alto fusto caratterizzate da basso grado di manutenzione, elevata capacità di assorbimento delle polveri sottili e basso consumo d´acqua. Tra queste vi sono:
Acero campestre, Tiglio selvatico, Betulla, Frassino e Pioppo nero. Il secondo, composto da prati fioriti ed essenze arbustive perenni e spontanee - fino a 25 specie diverse - definisce una continuità ecologica a bassissima manutenzione e ad alto grado di biodiversità e servizi ecosistemici. Il progetto propone infine due diversi habitat di riferimento per il trattamento delle superfici a prato: “Formazioni erbose secche della regione submediterranea orientale” e “Torbiere di transizione e instabili” per le aree umide e bagnate.
Il nuovo parco del Bosco della Musica è progettato come un paesaggio continuo e avvolgente, in cui la frequenza compositiva del suono, intesa come
variabile di corpi e masse, segue geometrie fluide legate alle diverse funzioni del parco e degli edifici. Un parco dedicato all´arte - nella forma di eventi all’aperto ma anche installazioni permanenti - in cui natura e artificio si mescolano in relazione simbiotica per definire luoghi acusticamente e percettibilmente variabili; sequenze di spazi differenti in cui il suono diviene variazione, non solo formale, ma anche topografica determinando diverse percezioni sonore. Luoghi per la sosta e il relax, protetti e circondati dalla vegetazione; punti di incontro definiti da improvvise variazioni delle superfici come il generoso anfiteatro all’aperto in cui organizzare concerti ed eventi; oppure buffer verdi di protezione dal rumore proveniente dalle vie
di scorrimento adiacenti.

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